sabato 10 marzo 2012

FIDENZA É

Cos'è Fidenza oggi?
Fidenza, come abbiamo già scritto,  è anche quella che abbiamo trovato dopo 64 anni di governo delle sinistre: debiti e lavori, pubblici e privati,  iniziati e mai finiti. Soprattutto Fidenza è  la sua storia, quella che ha lasciato segni evidenti: Fidenza è la fabbrica del vetro, è la chimica (una volta si chiamava "fabbrica della morte"), è l'espansione urbanistica, è lo Stirone, è l'Antelami, è il teatro Magnani, le biciclette, gli edifici di interesse storico-artistico, i musei a partire da quello del Duomo, i suoi pittori da Emanuelli a Ponzi,  senza dimenticare la generazione di Alfieri e Sgavetta, l'ospedale di Vaio, e le piazze, la pagina della Gazzetta, san Donnino e la sagra, gli anolini, il parmigiano, i Terragli, il cavallo pesto, la Via Francigena,  la tortafritta, Fidenza Village, la Camera Acustica,  ma anche un servizio di raccolta differenziata da primato e tanto d'altro nei servizi sociali, nella solidarietà, nel commercio, nella moda e nell'artigianato.
Fidenza è anche la sua gente, colta e intelligente, uomini e donne, che lavora e sa lavorare, ma anche vivere e divertirsi.
Fidenza è anche l'altra faccia della medaglia: aziende in difficoltà, lavoro nero, economia sommersa, giovani in cerca di prima occupazione, fenomeni di degrado sociale con alcol e cocaina a livelli allarmanti, rapporti con i migranti nella norma con qalche isolato episodio di intolleranza e violenza tra le diverse etnie, degrado del centro storico, una viabilità da labirinto, nuovi quartieri senza servizi e commercio in crisi.
Fidenza è tutte queste cose e molte altre ancora; cose diverse, spesso contraddittorie.
Per questo è difficile dare risposte self-service alla voglia di cambiamento, che non è tradita  ma darà i suoi frutti,  tempo al tempo. Fidenza è un pezzo di mondo ("Mondo piccolo", direbbe Giovannino Guareschi) che deve misurarsi con i difficili, a volte drammatici problemi di una società complessa messa alla prova della crisi economica-finanziaria  internazionale.
Oggi la questione di fondo che si pone chi amministra la città non è tanto -o soltanto-  la mancanza di risorse finanziarie, quello che manca è la concorrenza di idee.
Si, mancano idee, progetti -nel lavoro, nella cultura, ma anche su come rigovernare pezzi di città in forte degrado, per abbandono o incuria, tanto da farci ricordare che Goethe,  mentre nel 1786 viaggiava in Italia, rimase colpito dal fatto che "ovunque" si notava "la massima trascuratezza".
Insomma, i problemi non si risolvono immaginando una realtà diversa da quella che è; non siamo di fronte a svolte "epocali", quelle tante volte rivendicate dagli ex amministratori di sinistra, quelle che hanno portato a sviluppi incontrollati con, ad esempio, torri che sovrastano luoghi sbagliati e cattedrali del freddo che cementificano la campagna senza nemmeno un ritorno occupazionale, per non parlare  della chimica, Solveko compresa.    
E poi, basta con il complesso d'inferiorità nei confronti di Parma. Fidenza deve farsi valere in ambito provinciale e regionale.
Troppo spesso si parla male dei politici, degli amministratori. Vi saranno, di sicuro, alcuni politici arrivisti e mascalzoni, ma tanti sono quelli che spassionatamente si mettono al servizio della città;  penso, ad esempio, al sindaco Mario Cantini o al suo vice Stefano Tanzi ma anche all'ex sindaco Cerri o al capogruppo del Pd Montanari, senza dimenticare il consigliere provinciale Manfredo Pedroni;  gente che non fa politica per interesse personale ma perché crede in quel che fa e si mette a disposizione della comunità fidentina sacrificando interessi, affetti familiari, tempo libero e magari anche la salute.
Eppure, per la gente la politica resta distante; e come dare torto al cittadino disgustato se in politica non conta quello che sai fare e come lo sai fare,  ma ci si affida a chi fa incetta di preferenze promettendo in cambio mari e monti. No, così  non si va lontano e c'è sempre lo spettro di via Burla dietro l'angolo.
E ancora,  pensateci, dite il nome di un parlamentare di destra o di sinistra eletto con i voti di questo territorio.
Dura è!
Nessuno sa chi sono i nostri parlamentari.
C'è in Parlamento un deputato o un senatore che davvero conosce, rappresenti e sappia tutelare gli interessi del nostro territorio e della sua gente? La risposta è banale, secca e inconfutabile: NO!
E se ricominciassimo ...
Ecco, mi fermo qui, come mi rimprovera il buon Manfredo, al solito l'ho tenuta troppo lunga. Amen!
(Cp)

Nessun commento:

Posta un commento